NUTRIGENOMICA PER IL CANE E PER IL GATTO: COS'È E COME FUNZIONA

12/06/2019 Categorie : Cani , Cani di Taglia Piccola , Cuccioli di cane , Salute

Tempo di lettura 4 minuti

La mappatura completa del genoma canino e felino ha permesso di sviluppare quella che viene chiamata nutrigenomica del pet food. La nutrigenomica (a livello anche umano), si occupa di trovare le interazioni tra patrimonio genetico e nutrizione, indagando come esseri diversi possano reagire in modo diverso allo stesso alimento ma, soprattutto, come applicare determinati 'stimoli' per prevenire o scongiurare deficit genomici.

La nutrigenomica applicata alla osteoartrosi nel cane

La nutrigenomica si è imposta, nello scorso decennio, come base di molti produttori di mangimi per animali. A far prendere coscienza delle sue potenzialità è stato un esperimento sull'osteoporosi canina (che ha un'incidenza del 20% nei cani adulti e superiore nei cani anziani), che ha dimostrato come, un'integrazione alimentare corretta abbia 'supportato' il fabbisogno mancante del genoma che contribuiva alla manifestazione della patologia. La nutrigenomica contribuisce alla salute ed al benessere attraverso lo studio del DNA individuale, permettendo di prevenire o attenuare sintomi di malattie genetiche comuni e non.

Come individuare una dieta nutrigenomica corretta

Trattandosi di studi genetici approfonditi, non possiamo fare 'in casa' una dieta nutrigenomica corretta per il nostro pet. Ma possiamo affidarci a quei prodotti sviluppati proprio nel rispetto di questa scienza. Allo stesso tempo, però, non abbiamo tutti lo stesso DNA, ed anche per i cani ed i gatti è così: ad ogni taglia, razza e storia genetica di amici a 4 zampe, corrispondono genomi spesso molto molto diversi. Non tutti reagiscono alla stessa maniera, ed è per questo che, in alcuni casi, nonostante cure pronte e costanti, alcune malattie non si riescano a scongiurare, ma solo a rallentare o a mantenere stabili. Ma approfondiamo meglio l'argomento:

Nutrigenetica o Nutrigenomica?

Il termine Nutrigenetica venne introdotto da Brennan nel 1975 (R. O. Brennan (1975), Nutrigenetics: New concepts for relieving Hypoglicemia, M. Evans Inc, New York) e si occupa di studiare quanto la costituzione di un soggetto, ovvero il suo genotipo, può influire sulla dieta; dà quindi la possibilità di individuare quali sono gli alimenti più adatti a un soggetto che possiede determinati geni.

D’altro canto la Nutrigenomica, risponde alla domanda opposta, indaga cioè come i nutrienti regolino l’espressione genica, ovvero come la dieta, e quindi i nutrienti e le molecole contenuti all’interno dei cibi che ingeriamo, possa influenzare l’accensione o il silenziamento dei geni preposti alle varie funzioni fisiologiche, e quindi come questi influiscano sul nostro metabolismo e sullo stato di salute.

Non è possibile modificare il DNA (e non è ciò che desideriamo avvenga!), il patrimonio genetico unico e irripetibile che ognuno di noi possiede, ma, con la nutrizione, è possibile modificare il grado di attivazione dei geni di cui questo è costituito. I nutrienti sono visti come messaggi che comunicano alle cellule dell’organismo come reagire e comportarsi: queste rispondono condizionando la sintesi delle proteine e, pertanto, il metabolismo. Nel DNA, però, non è contenuto un destino prefissato in quanto, come già detto, il fenotipo di ciascun individuo non è dato solamente dal suo DNA (il genotipo) ma anche dall’interazionetra questo e l’ambiente.

È necessario pertanto, in questa ottica, fornire un’alimentazione personalizzata, cioè compatibile con le caratteristiche di ciascun genoma, per favorire l’instaurarsi di una condizione di benessere. A seconda, infatti, di cosa è scritto nei nostri geni l’organismo reagirà in modo differente a ciò che mangiamo.

La Nutrigenomica nel Pet: un alano ha le stesse esigenze di un pinscher?

Tra un chihuahua e un alano corrono molte differenze, tra cui un elemento decisamente non trascurabile: il peso. Se il primo a fatica raggiunge i 3 kg, il secondo può superare gli 80 kg. All'elevata variabilità tra le razze, corrisponde però una forte omogeneità all’interno di ciascuna razza. Tale fenomeno si può spiegare con la discendenza da un ristretto numero di capostipiti.

I vari studiosi, incuriositi da questo fenomeno, hanno cominciato a studiare e mappare il DNA canino e felino ed hanno scoperto come piccolissimi cambiamenti genetici riescono a produrre enormi variazioni nell’espressione genica dei vari soggetti

Anche se nei gatti, la differenza di taglia è sicuramente minore rispetto a quella tra cani di taglia toy e gigant, gli organismi dei gatti sono legati al corredo genetico di appartenenza all'ambiente. La nutrigenomica, lavorando proprio sul DNA può essere applicata a qualsiasi essere vivente, dando innumerevoli benefici a breve e lungo termine, come ad esempio:

  • MIGLIORARE IL SISTEMA IMMUNITARIO DI CANE E GATTO
  • MIGLIORARE LA DIGESTIONE DI CANE E GATTO
  • MIGLIORARE L'ASPETTO PELLE E PELO DI CANE E GATTO
  • REGOLAMENTARE IL METABOLISMO DI CANE E GATTO

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La nutrigenomica applicata alla osteoartrosi nel cane

La nutrigenomica si è imposta, nello scorso decennio, come base di molti produttori di mangimi per animali. A far prendere coscienza delle sue potenzialità è stato un esperimento sull'osteoporosi canina (che ha un'incidenza del 20% nei cani adulti e superiore nei cani anziani), che ha dimostrato come, un'integrazione alimentare corretta abbia 'supportato' il fabbisogno mancante del genoma che contribuiva alla manifestazione della patologia. La nutrigenomica contribuisce alla salute ed al benessere attraverso lo studio del DNA individuale, permettendo di prevenire o attenuare sintomi di malattie genetiche comuni e non.

Come individuare una dieta nutrigenomica corretta

Trattandosi di studi genetici approfonditi, non possiamo fare 'in casa' una dieta nutrigenomica corretta per il nostro pet. Ma possiamo affidarci a quei prodotti sviluppati proprio nel rispetto di questa scienza. Allo stesso tempo, però, non abbiamo tutti lo stesso DNA, ed anche per i cani ed i gatti è così: ad ogni taglia, razza e storia genetica di amici a 4 zampe, corrispondono genomi spesso molto molto diversi. Non tutti reagiscono alla stessa maniera, ed è per questo che, in alcuni casi, nonostante cure pronte e costanti, alcune malattie non si riescano a scongiurare, ma solo a rallentare o a mantenere stabili. Ma approfondiamo meglio l'argomento:

Nutrigenetica o Nutrigenomica?

Il termine Nutrigenetica venne introdotto da Brennan nel 1975 (R. O. Brennan (1975), Nutrigenetics: New concepts for relieving Hypoglicemia, M. Evans Inc, New York) e si occupa di studiare quanto la costituzione di un soggetto, ovvero il suo genotipo, può influire sulla dieta; dà quindi la possibilità di individuare quali sono gli alimenti più adatti a un soggetto che possiede determinati geni.

D’altro canto la Nutrigenomica, risponde alla domanda opposta, indaga cioè come i nutrienti regolino l’espressione genica, ovvero come la dieta, e quindi i nutrienti e le molecole contenuti all’interno dei cibi che ingeriamo, possa influenzare l’accensione o il silenziamento dei geni preposti alle varie funzioni fisiologiche, e quindi come questi influiscano sul nostro metabolismo e sullo stato di salute.

Non è possibile modificare il DNA (e non è ciò che desideriamo avvenga!), il patrimonio genetico unico e irripetibile che ognuno di noi possiede, ma, con la nutrizione, è possibile modificare il grado di attivazione dei geni di cui questo è costituito. I nutrienti sono visti come messaggi che comunicano alle cellule dell’organismo come reagire e comportarsi: queste rispondono condizionando la sintesi delle proteine e, pertanto, il metabolismo. Nel DNA, però, non è contenuto un destino prefissato in quanto, come già detto, il fenotipo di ciascun individuo non è dato solamente dal suo DNA (il genotipo) ma anche dall’interazionetra questo e l’ambiente.

È necessario pertanto, in questa ottica, fornire un’alimentazione personalizzata, cioè compatibile con le caratteristiche di ciascun genoma, per favorire l’instaurarsi di una condizione di benessere. A seconda, infatti, di cosa è scritto nei nostri geni l’organismo reagirà in modo differente a ciò che mangiamo.

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Tra un chihuahua e un alano corrono molte differenze, tra cui un elemento decisamente non trascurabile: il peso. Se il primo a fatica raggiunge i 3 kg, il secondo può superare gli 80 kg. All'elevata variabilità tra le razze, corrisponde però una forte omogeneità all’interno di ciascuna razza. Tale fenomeno si può spiegare con la discendenza da un ristretto numero di capostipiti.

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Anche se nei gatti, la differenza di taglia è sicuramente minore rispetto a quella tra cani di taglia toy e gigant, gli organismi dei gatti sono legati al corredo genetico di appartenenza all'ambiente. La nutrigenomica, lavorando proprio sul DNA può essere applicata a qualsiasi essere vivente, dando innumerevoli benefici a breve e lungo termine, come ad esempio:

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