SINDROME DEL CUCCIOLO NUOTATORE: COME E PERCHÉ SI MANIFESTA

07/09/2020 Categorie : Cani , Curiosità , Salute

Tempo di lettura 3 minuti

La sindrome del cucciolo nuotatore o SPS (Swimming Puppy Syndrome) è una patologia relativamente rara che può colpire cani e gatti. In questo articolo vi spieghiamo di cosa si tratta e i possibili trattamenti.

La sindrome del Cucciolo Nuotatore, meglio nota con il nome inglese Swimming – o Swimmer – Puppy Syndrome (SPS) è una malattia relativamente rara che può colpire sia cani che gatti in età neonatale. Forse a causa dei pochi casi che vengono portati alle cliniche veterinarie (purtroppo, troppo spesso gli allevatori preferiscono liberarsi dei cuccioli che si presentano con questa patologia) la Sindrome del Cucciolo Nuotatore presenta tutt’ora diversi lati oscuri. È importante sapere, però, che questa patologia è curabile e se trattata precocemente può garantire al cucciolo una vita lunga e soddisfacente.

Come si presenta la Sindrome del Cucciolo Nuotatore

Il cucciolo appare normale nei primi giorni dopo la nascita, poi si inizia a notare la difficoltà dell’animale affetto dalla SPS di mettersi in posizione laterale (ad esempio durante l’allattamento) e l’abitudine di restare in posizione sternale. Questa posizione se mantenuta a lungo in fase neonatale causa una deformazione della gabbia toracica, un appiattimento con possibile compressione di cuore e polmoni, che compromettendone il corretto funzionamento potrebbe causare la morte del cucciolo entro le prime 4 settimane di vita.

La posizione sternale procura una deformazione della spina dorsale, le zampe anteriori sono larghe e all’infuori, mentre le zampe posteriori sono allungate all’indietro. Il cucciolo costretto in questa posizione si muove come se nuotasse, da cui il nome della sindrome del cucciolo nuotatore.

Predisposizioni alla sindrome del cucciolo nuotatore

Le cause scatenanti di questa patologia sono multifattoriali. I principali fattori che possono predisporre il cucciolo alla Swimming Puppy Syndrome sono:

  • RAZZA
  • AMBIENTE
  • CARENZE ALIMENTARI

Dei tre fattori, quelli ambientali sono ritenuti i maggiori responsabili di questa sindrome. Una pavimentazione eccessivamente dura e levigata rende più difficile ai cuccioli rimanere ritti sulle quattro zampe facilitando l’insorgenza di traumi agli arti e l’assunzione di posizioni scorrette. Anche un eccessivo e repentino aumento di peso del cucciolo potrebbe essere causa dell’insorgenza della SPS.

Alcuni ricercatori, invece, ipotizzano la trasmissione ereditaria di un gene recessivo.

Le carenze alimentari sono riconducibili soprattutto a carenze vitaminiche e minerali.

Si ipotizza anche un disturbo all’orecchio interno negli animali affetti dalla sindrome del cucciolo nuotatore che ne impedisce il raddrizzamento e li costringe a stare in posizione sternale.

Quali sono gli animali più colpiti dalla sindrome del cucciolo nuotatore

La sindrome del cucciolo nuotatore o Swimming Puppy Syndrome è una patologia congenita che colpisce diverse razze. Nei cani risultano più soggette le razze condrodistrofiche (con zampe corte e deformi) come il Bulldog Inglese, il Basset Hound, il Bassotto o il Boston Terrier.

Gli approcci terapeutici per la Sindrome del Cucciolo Nuotatore

I trattamenti, benché diversi, sono spesso risolutivi e consentono ai cuccioli di sopravvivere senza gravi conseguenze. Gli approcci terapeutici sono di due tipi, a seconda del grado di deformità toracica: un approccio che asseconda l’evoluzione naturale, l’altro è detto “forzato”.

Nel primo caso, si interviene sulle condizioni ambientali, modificando soprattutto la superficie di appoggio per agevolare il cucciolo negli spostamenti. Via libera quindi a palline di carta e altre superfici morbide fatte di spugna o altri materiali che impediscano lo scivolamento degli arti. Aiutare il cucciolo a mettersi in posizione laterale durante l’allattamento potrebbe essere un semplice, ma efficacie approccio terapeutico. Tra le pratiche fisioterapiche è consigliabile far camminare il cucciolo affetto da SPS in spazi molto stretti. Il nuoto sarà inoltre molto utile per i cuccioli più grandi al fine di rinforzare la muscolatura.

Nel secondo caso, l’approccio terapeutico vede una “forzatura che consiste nel legare gli arti in modo da costringere il cucciolo ad assumere una posizione fisiologica.

A questi trattamenti si affiancano i massaggi agli arti interessati e al collo per aiutare a rilassare la muscolatura contratta dell’animale.

Inoltre, è consigliata l’assunzione di integratori di vitamine e minerali, soprattutto di vitamina E e selenio.

Da non sottovalutare, infine, il fattore ambientale, perché è stato riscontrato che alcune mamme partoriscono ripetutamente cuccioli affetti dalla sindrome del nuotatore. Per le razze a rischio potrebbe essere opportuno l’uso di alimenti specifici nella fase di gestazione; in questa fase delicata è sempre consigliata la supervisione del veterinario. 

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La sindrome del cucciolo nuotatore o SPS (Swimming Puppy Syndrome) è una patologia relativamente rara che può colpire cani e gatti. In questo articolo vi spieghiamo di cosa si tratta e i possibili trattamenti.

La sindrome del Cucciolo Nuotatore, meglio nota con il nome inglese Swimming – o Swimmer – Puppy Syndrome (SPS) è una malattia relativamente rara che può colpire sia cani che gatti in età neonatale. Forse a causa dei pochi casi che vengono portati alle cliniche veterinarie (purtroppo, troppo spesso gli allevatori preferiscono liberarsi dei cuccioli che si presentano con questa patologia) la Sindrome del Cucciolo Nuotatore presenta tutt’ora diversi lati oscuri. È importante sapere, però, che questa patologia è curabile e se trattata precocemente può garantire al cucciolo una vita lunga e soddisfacente.

Come si presenta la Sindrome del Cucciolo Nuotatore

Il cucciolo appare normale nei primi giorni dopo la nascita, poi si inizia a notare la difficoltà dell’animale affetto dalla SPS di mettersi in posizione laterale (ad esempio durante l’allattamento) e l’abitudine di restare in posizione sternale. Questa posizione se mantenuta a lungo in fase neonatale causa una deformazione della gabbia toracica, un appiattimento con possibile compressione di cuore e polmoni, che compromettendone il corretto funzionamento potrebbe causare la morte del cucciolo entro le prime 4 settimane di vita.

La posizione sternale procura una deformazione della spina dorsale, le zampe anteriori sono larghe e all’infuori, mentre le zampe posteriori sono allungate all’indietro. Il cucciolo costretto in questa posizione si muove come se nuotasse, da cui il nome della sindrome del cucciolo nuotatore.

Predisposizioni alla sindrome del cucciolo nuotatore

Le cause scatenanti di questa patologia sono multifattoriali. I principali fattori che possono predisporre il cucciolo alla Swimming Puppy Syndrome sono:

  • RAZZA
  • AMBIENTE
  • CARENZE ALIMENTARI

Dei tre fattori, quelli ambientali sono ritenuti i maggiori responsabili di questa sindrome. Una pavimentazione eccessivamente dura e levigata rende più difficile ai cuccioli rimanere ritti sulle quattro zampe facilitando l’insorgenza di traumi agli arti e l’assunzione di posizioni scorrette. Anche un eccessivo e repentino aumento di peso del cucciolo potrebbe essere causa dell’insorgenza della SPS.

Alcuni ricercatori, invece, ipotizzano la trasmissione ereditaria di un gene recessivo.

Le carenze alimentari sono riconducibili soprattutto a carenze vitaminiche e minerali.

Si ipotizza anche un disturbo all’orecchio interno negli animali affetti dalla sindrome del cucciolo nuotatore che ne impedisce il raddrizzamento e li costringe a stare in posizione sternale.

Quali sono gli animali più colpiti dalla sindrome del cucciolo nuotatore

La sindrome del cucciolo nuotatore o Swimming Puppy Syndrome è una patologia congenita che colpisce diverse razze. Nei cani risultano più soggette le razze condrodistrofiche (con zampe corte e deformi) come il Bulldog Inglese, il Basset Hound, il Bassotto o il Boston Terrier.

Gli approcci terapeutici per la Sindrome del Cucciolo Nuotatore

I trattamenti, benché diversi, sono spesso risolutivi e consentono ai cuccioli di sopravvivere senza gravi conseguenze. Gli approcci terapeutici sono di due tipi, a seconda del grado di deformità toracica: un approccio che asseconda l’evoluzione naturale, l’altro è detto “forzato”.

Nel primo caso, si interviene sulle condizioni ambientali, modificando soprattutto la superficie di appoggio per agevolare il cucciolo negli spostamenti. Via libera quindi a palline di carta e altre superfici morbide fatte di spugna o altri materiali che impediscano lo scivolamento degli arti. Aiutare il cucciolo a mettersi in posizione laterale durante l’allattamento potrebbe essere un semplice, ma efficacie approccio terapeutico. Tra le pratiche fisioterapiche è consigliabile far camminare il cucciolo affetto da SPS in spazi molto stretti. Il nuoto sarà inoltre molto utile per i cuccioli più grandi al fine di rinforzare la muscolatura.

Nel secondo caso, l’approccio terapeutico vede una “forzatura che consiste nel legare gli arti in modo da costringere il cucciolo ad assumere una posizione fisiologica.

A questi trattamenti si affiancano i massaggi agli arti interessati e al collo per aiutare a rilassare la muscolatura contratta dell’animale.

Inoltre, è consigliata l’assunzione di integratori di vitamine e minerali, soprattutto di vitamina E e selenio.

Da non sottovalutare, infine, il fattore ambientale, perché è stato riscontrato che alcune mamme partoriscono ripetutamente cuccioli affetti dalla sindrome del nuotatore. Per le razze a rischio potrebbe essere opportuno l’uso di alimenti specifici nella fase di gestazione; in questa fase delicata è sempre consigliata la supervisione del veterinario. 

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